Non ce n'è per nessuna.
Vogliamo dire: spazio alle nuove generazioni, via libera ai giovani, coltiviamo i talenti emergenti? Diciamolo. Vogliamo dire che a un certo punto della propria carriera bisognerebbe capire che arriva per tutti il momento di farsi da parte per favorire il ricambio, il rinnovamento, il turnover? E diciamo pure anche questo.
Ecco, ora che lo abbiamo detto, ripetiamo invece: non ce n'è per nessuna. Chi ha avuto la fortuna di assistere live a un'esibizione - non la si può chiamare diversamente - di Naomi Campbell in passerella in anni recenti, non potrà che essere d'accordo: l'iconica top model degli anni Novanta (per la verità ha iniziato negli Ottanta: non sforzatevi di prendere in mano il pallottoliere: di anni ne ha compiuti 52 lo scorso maggio) dà ancora filo da torcere alle colleghe più giovani, fresche e soprattutto social. Più che filo da torcere, la basta solcare una mezza passerella col suo passo felino per lasciare tutte le altre al palo. Naomi dà un senso concreto e tangibile alla parola magnetismo. Viaggia su un altro livello, non c'è niente da fare. Ancora oggi. Eh sì.
L'ultima dimostrazione on catwalk della superiorità del suo fascino è di poche ore fa: la Venere nera è stata la punta di diamante del casting della sfilata, tenutasi a Londra, della collezione Primavera-estate 2023 di Alexander McQueen. Per lei una catsuit ricoperta di paillettes multicolor, a disegnarle suo corpo un'ipnotica fantasia organica. Ad altezza cosce, oblò a sagomare una sorta di reggicalze. I capelli lunghi, appena mossi in onde preraffaellite. Lo sguardo tagliente. L'ovale del volto unico.
Ricordo quando ero di poco maggiorenne: erano i primi Novanta, Naomi era all'apice della sua carriera, le copertine erano tutte sue e a me della moda interessava poco o niente. Un'amica mi disse che era la sua top model preferita - tutti ne avevano una: Cindy, Christy, Linda e Claudia le più gettonate, ma gli intenditori preferivano le più sofisticate Shalom e Yasmeen - e la descrisse come la donna dal volto dall'ovale perfetto. Ogni volta che la vedo, ancora oggi, non riesco a ripensare alla verità incontestabile di quell'affermazione. Ma fosse solo il suo viso. Ogni passo di Naomi in passerella, ogni oscillare del suo corpo di qua e di là dal suo asse d'equilibrio sono un esercizio riuscito di ipnosi collettiva. Ogni vibrazione del suo baricentro è una ventata di sensualità. O, quando vuole, uno schiaffo di seduzione. Perché Naomi è una che sa quello che vuole, anche in passerella.
Nella più recente tornata di fashion show Naomi si è concessa un numero limitato e ben selezionato di show, a Parigi e Milano, dove per altro ha ritrovato la collega di un tempo, Carla Bruni.
Oggi ci sono Gigi e Bella, Kendall e Irina. Creature divine, meravigliose, di straordinario successo. Seguite da milioni di follower, corteggiate dai brand, contese dai fotografi. E noi certo non vogliamo risultare di quei nostalgici incalliti, incapaci di arrendersi al passare del tempo e di accettare il nuovo che avanza. Ma correremo volentieri il rischio di essere di quelli che «ah, ai miei tempi, però…!», perché vogliamo riconoscere a Naomi il suo primato assoluto e incontrastabile. Vedere sfilare Naomi è un po' come assistere a una performance di Marina Abramović, un po' come ammirare ballare Roberto Bolle, un po' come vedere la Gioconda al Louvre, e non su un libro.
Ecco, quale è il senso di questo articolo? Nessuno, se non quello di celebrare la sola e unica Naomi. E pazienza se i gossip, le vicende giudiziarie, i «si dice», i capricci, il caratteraccio, gli amori veri e quelli farlocchi, le storie rocambolesche degli ultimi 30 anni. Pazienza. Tutto passa in secondo piano di fronte a una falcata della pantera. Che sa graffiare oggi proprio come ieri, che abbia 52 anni o ne abbia 17. E solo noi sappiamo quanto ci piace essere graffiati…
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