Una magnifica costruzione medievale dalla struttura asciutta su una base esagonale da cui svettano le torri. L'immagine è quella di una corona di pietra appoggiata su una collina a 540 metri dal mare che domina con severità l'altopiano delle Murge. Siamo in Puglia e Alessandro Michele ha invitato circa 300 ospiti a Castel del Monte (fortezza voluta da Federico II) per assistere alla sfilata di Gucci Resort 2023.
Qui elementi diversi creano una particolare armonia e suggestione: il taglio romanico, la cornice gotica delle torri e la leggerezza dei dettagli islamici, trovano un luogo sicuro per manifestarsi con maestosità. Così, sotto la luna piena rossa, con un gioco di luci che racconta il fascino e il mistero della volta celeste, va in scena la collezione. Ci sono tutti gli elementi simbolo della creatività di Alessandro Michele, ripresi e rimescolati come solo una divinità sa fare, mentre porta tra noi mortali l'eterno soffio del divenire: al centro della collezione ci sono le stelle e le loro costellazioni. È Gucci Cosmogonie. Il rimando è diretto, perché è il sostantivo plurale di “cosmogonia”, la dottrina mitologico-religiosa che indaga l’origine dell’Universo, e fa riferimento alla “narrazione della creazione”.
Ogni invitato ha ricevuto in dono un corpo celeste, battezzato con il proprio nome, mentre sulla passerella di pietra sfilano le creazioni di squisita fattura che mettono in scena il fascino dell'ignoto, del mistico e dell'eternità. C'è l'incontro tra il terreno e il divino, il passato e il futuro così come della cultura classica con quella islamica. Alessandro Michele crea una potente miscela e dove spunta un sandalo ellenico, una tunica austera o una gorgiera medievale, vi contrappone un gioiello piercing o un fascia di tessuto intrecciato che ricorda il turbanti indossati nel deserto. I riferimenti e le citazioni culturali sono tanti e qui vengono interconnessi con le creazioni viste in sfilata.
Stelle, galassie e costellazioni illuminano le creazioni di Gucci Cosmogonie: se l'abito di paillettes è la sua forma più esplicita, con lunghissime frange che ricordano la scia galattica, non mancano le manifestazioni sceniche create con cristalli applicati sui tessuti leggerissimi o la tela denim che qui assume la valenza di una volta celeste. Formule rubate alla couture per impreziosire le trame.
L'acme della collezione si raggiunge con il look di sfilata finale indossato da Lily McMenamy: un abito di velluto pesante color blu infinito con preziosi ricami che ricreano le costellazioni, adornato da un ampio colletto bianco chiuso da un choker di perle a più fili. Ai nostri occhi appare come la dea madre di Alessandro Michele, personificazione delle connessioni - di stelle, di culture, di pensieri, di parole - che ha il potere di rendere eterna e infinita la moda così come l'intelletto.
Credits by : Vogue
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